La Fobia Sociale è uno stato d’intensa ansia, determinato da situazioni sociali con persone non familiari nei confronti dei quali il soggetto si sente esposto al giudizio. L’esposizione alla situazione temuta provoca ansia e può sfociare in un attacco di panico causato dalla situazione o sensibile ad essa, laddove la persona riconosce la paura come irragionevole e tali situazioni vengono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona; al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno sei mesi, laddove la paura o l’evitamento non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza, a una condizione medica generale o ad altro disturbo mentale e nel caso in cui una condizione medica generale o un altro disturbo mentale siano presenti, la paura non è correlabile ad essi.
I bambini con Fobia Sociale sono spesso convinti che il loro comportamento sarà caratterizzato da carenze o manchevolezze e sarà oggetto di derisione da parte delle altre persone. Come per gli adulti, l’esternalizzazione del malessere avviene il più delle volte con importanti sintomi somatici, che fanno accrescere l’ansia e il senso di colpa. In età evolutiva la Fobia Sociale è stimata intorno all’1% dei soggetti, spesso associato al Mutismo Selettivo, laddove il temperamento di tali bambini è caratterizzato da inibizione ed elevata emotività . I sintomi d’ansia più frequenti sono il senso di soffocamento, le vampate, le palpitazioni, il mal di testa, l’impressione di morire. Nell’ICD-10, a differenza del DSM-IV-TR, viene specificato che almeno due sintomi di ansia devono essere presenti contemporaneamente in almeno un’occasione, in associazione ad almeno uno dei seguenti elementi: arrossire o tremare, timore di vomitare e urgenza o timore di urinare o defecare. Inoltre l’ICD-10 specifica che i sintomi di ansia devono essere limitati o predominare nelle situazioni temute o nell’attesa di queste. Le paure maggiori riguardano solitamente parlare in pubblico, andare alle feste, mangiare davanti agli altri, scrivere alla lavagna, leggere in classe, parlare in un gruppo di coetanei. Questo spiega perché in età evolutiva, la Fobia Sociale assuma facilmente la forma di una fobia scolare. Il quadro psicopatologico, nella sua particolare forma di fobia della scuola, ha due picchi nel corso dello sviluppo: tra i cinque-sette anni, quando il bambino va a scuola per la prima volta, e con l’ingresso nell’adolescenza, approssimativamente tra i nove-quattordici- anni. L’esordio adolescenziale ha una prognosi peggiore e rappresenta la forma più comune, presumibilmente per le caratteristiche specifiche di questa fase del ciclo di vita, nel corso della quale l’autoconsapevolezza e la tendenza a guardarsi dentro con particolare attenzione, sembrano meccanismi cognitivo-emozionali importanti nella genesi del disturbo. La ricerca ha messo in luce una correlazione tra questo disturbo e un atteggiamento intrusivo e iperprotettivo da parte dei genitori, unito talvolta a una riduzione dell’intimità affettiva familiare. Altre correlazioni avvengono con un’eccessiva valorizzazione degli studi e dei risultati scolastici da parte dei genitori, così come la famiglia può ancora essere parzialmente coinvolta nell’eziologia del disturbo a causa di possibili meccanismi di apprendimento vicario.
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A cura della Dottoressa
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