La crescita fisiologica di ogni persona è costellata da innumerevoli paure, che nel corso della crescita tendono a scomparire. La mancata risoluzione delle fisiologiche paure infantili e l’amplificazione di tali ansie nel corso dello sviluppo possono strutturare un disturbo fobico. Solitamente le fobie semplici interferiscono sulla funzionalità quotidiana del bambino, facendo innescare una serie di condotte di evitamento. Per gli Autori dei principali manuali, i criteri diagnostici in comune tra adulti, adolescenti e bambini sono: paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici. L’esposizione allo stimolo fobico quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata. Nell’adulto la persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole, mentre per i bambini è più difficile che ciò avvenga; la situazione fobica viene evitata. Inoltre l’ansia anticipatoria, l’evitamento o il disagio interferiscono in modo significativo nella vita del soggetto e l’ansia, gli eventuali attacchi di panico o l’evitamento fobico associati alla situazione temuta non sono meglio giustificabili da un altro disturbo. In età evolutiva, oltre a queste condizioni, è necessario che i sintomi persistano per almeno sei mesi.
La Fobia Specifica rientra a pieno titolo nella più ampia categoria dei Disturbi d’Ansia e si caratterizza, dunque, per una esagerata paura generata da stimoli relativamente circoscritti. A seconda del tipo di stimolo si distinguono cinque sottotipi: - tipo Animali (particolarmente frequente in età evolutiva); - tipo Ambiente Naturale (temporali, altezze, ecc.) - tipo Sangue-Iniezioni-Ferite; - tipo Situazionale (in autobus o in galleria, su un viadotto, in ascensore); - Altro tipo. Da un punto di vista pratico, in età evolutiva, non è semplice distinguere una Fobia Specifica “propriamente detta” dalle paure anche intense, che sono molto frequenti nei bambini e fisiologiche, in determinate fasi dello sviluppo. Ad ogni modo, le paure normali sono moderate, transitorie e si riscontrano in una grande quantità di minori di pari età. Le fobie, invece, sono eccessive, disadattive e persistenti. Contrariamente a quanto avviene negli adulti, nei bambini non è necessaria la consapevolezza dell’irragionevolezza della fobia per porre diagnosi. La prevalenza del quadro si aggira intorno al 10%, ma la ricerca epidemiologica fornisce dati molto contrastanti: in altre parole è molto difficile, soprattutto nei bambini, decidere se una paura è normale e sostanzialmente innocua, oppure se deve essere considerata una fobia. Tra i fattori eziologici predisponenti sono stati individuati la familiarità, gli atteggiamenti educativi, con particolare riferimento al meccanismo della trasmissione di informazione della paura dai genitori ai figli, gli eventi traumatici in apparenza anche non particolarmente drammatici. In tutti questi casi, il trattamento elettivo sembra essere la psicoterapia di stampo cognitivo-comportamentale.
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A cura della Dottoressa
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