Le emozioni rivestono un ruolo fondamentale nella vita dell’essere umano. Esse hanno molteplici funzioni: costituiscono il primo mondo esperienziale del bambino, ci informano dell’esistenza di un pericolo, motivano le nostre azioni, ci permettono di entrare in relazione con gli altri, accompagnano i processi razionali e influiscono sui processi di apprendimento.
Lo sviluppo sociale ed emotivo del bambino è un processo complesso che dipende dall’interazione del temperamento individuale con l’ambiente sociale, pertanto è fondamentale favorire lo sviluppo di adeguati “anticorpi psicologici”, cioè la capacità di reagire in modo costruttivo al disagio emotivo piuttosto che lasciarsi sopraffare da esso. Se i bambini riescono a capire le emozioni, allora possono diventare più capaci di vivere serenamente e appieno secondo le esigenze delle situazioni in cui vengono a trovarsi. Secondo recenti studi, i bambini in realtà non solo sono in grado molto presto di cogliere il collegamento tra situazioni ed emozione, ma imparano anche ad esprimerle con un’iniziale complessità. È probabile che ciò sia dovuto, soprattutto con i bambini prima di sei anni, ad un indottrinamento da parte dei genitori piuttosto che il risultato di una vera e propria riflessione integrata in grado di guidare l’espressione emozionale (Harris, 1989). Ciò significa che anche i bambini abbastanza piccoli sanno contenere le emozioni, ma probabilmente non è il frutto della loro valutazione della situazione. Inoltre se i bambini riescono a essere coscienti dei loro stati emozionali, è facile che scoprano, almeno in parte, la non corrispondenza tra il sentire privato e l’espressione esterna nella quotidianità. In più possono imparare tali discrepanze attraverso l’osservazione del comportamento dei genitori con gli altri membri della famiglia, ad esempio quando si rendono conto che i genitori usano “parole emotive”, quando ciòè dicono che sono arrabbiati per qualcosa che ha fatto un figlio più grande, ma poi non mostrano corrispondenti indizi osservabili di rabbia interna (Dunn & Brown,1994). Secondo gli autori, prima dei sei anni i bambini riescono a capire che le persone usano indizi esterni come le espressioni facciali, per cogliere le emozioni nascoste degli altri (Banerjee, 1997) e tale capacità crescerebbe rapidamente tra i sei e i dieci anni, tempo durante il quale i bambini incominciano anche a capire le regole che guidano e motivano la non espressione esterna di alcune emozioni. Dunque la competenza emotiva si presenta come un insieme di abilità che consentono di riconoscere, comprendere e rispondere coerentemente alle emozioni altrui e di regolare l’espressione delle proprie. Aiutare il bambino nell’apprendimento di tale competenza è fondamentale, poiché essa incide considerevolmente sull’autoefficacia interpersonale dell’individuo e agevola, quindi, l’instaurarsi di relazioni positive con gli altri, favorisce comportamenti socializzanti, facilita gli scambi comunicativi e stimola la capacità di problem-solving ed una modalità costruttiva di pensiero. In infanzia si riscontrano sempre più frequentemente difficoltà emotive e comportamentali a carico dei più piccoli (ad es. demotivazione, aggressività, ansia, bullismo, incapacità di accettare le regole ecc.) e queste problematiche, se non vengono affrontate precocemente, possono portare alla comparsa a lungo termine di difficoltà in diversi ambiti. In quest’ottica, insegnare il cosiddetto “alfabeto emozionale” è un passo fondamentale del processo educativo, in quanto favorisce lo sviluppo della competenza emotiva che garantisce all’individuo non solo una crescita armonica sul piano psicoaffettivo, ma rende anche più probabile una vita relazionale soddisfacente una volta diventato adulto. La psicoeducazione alle emozioni rappresenta una valida modalità di supporto emotivo al bambino in diversi contesti problematici e, considerata l’età del piccolo paziente con il quale si lavora, lo psicoterapeuta può decidere di usufruire di strumenti realizzati ad hoc per incentivare lo sviluppo delle competenze affettivo-emotive del minore.
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A cura della Dottoressa
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